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CHAMPAGNE

PATRIMONIO UNESCO

La Champagne e le Ardenne appartengono, da un punto di vista amministrativo, alla regione del Grand Est, una vasta zona che si estende dal dipartimento di Parigi fino al confine con la Germania, la Svizzera e il Lussemburgo.

La Champagne viticola, si trova a 150 km ad est di Parigi ed è una regione collinare, definita «vigneto di colline» in quanto le viti sono piantate su pendii, detti «coteaux». Questa orografia è particolarmente favorevole all’elaborazione dello Champagne: i fianchi dei coteaux offrono ad ogni vite un’esposizione al sole ottimale così come il suolo composto da marna, gesso e calcare, favoriscono un drenaggio costante per l’equilibrio tra l’acidità del frutto, lo zucchero e i precursori di aromi che si riveleranno nel vino futuro.

Lo Champagne si produce solo ed esclusivamente nell’omonima regione francese. L’area di produzione dell’AOC è stata definita da una legge del 1927; copre 34.300 ettari e comprende 319 comuni definiti «cru».

La natura del sottosuolo ha guidato la selezione dei vitigni del terroir della Champagne. Tre vitigni vi si sono adattati molto bene e sono stati quindi scelti: Pinot Noir, Chardonnay e Meunier.

La vite conquista la Champagne tra il III e gli inizi del IV secolo d.C. grazie alle comunità gallo-romane. Dopo le invasioni barbariche, che riducono Durocortorum (Reims) e Sparnacum (Epernay) un cumulo di rovine, saranno i monasteri a ricostruire i primi vigneti.

Il ruolo della Chiesa si consolida con le crociate. Le varie confraternite che accumulano proprietà fondiarie ed immobili cedute dai nobili andati a combattere in Terrasanta, sidedicano allo studio della vite e dei suoi frutti, orientando la qualità.

Sarà durante il XIII secolo che la natura dei Vini di Champagne comincia a delinearsi. Le mappe distinguono già due zone di produzione: «Montagnes de Saint-Thierry et de Reims» e «Rivière de Marne». La prima attestazione conosciuta del termine «vino di Champagne» risale al 1493, quando un cru della Rivière de Marne, accede al rango di autentica «appellation d’origine». I vini sono rossi e grigi e soprattutto fermi.

Tuttavia, bisognerà attendere il 1668, quando l’abate Dom Pierre Pérignon scopre il metodo della presa di spuma e inventa la tecnica di assemblare le uve di diversa provenienza prima della spremitura per armonizzare i difetti; questo processo è la base della composizione delle cuvée divenute oggi la tradizione ed il segreto di ciascun produttore in Champagne.

Tra il XVIII ed il XIX si scopre che la bottiglia in vetro si rivela più efficace della botte sia per conservare l’effervescenza dello Champagne che per il trasporto. Sarà il decreto reale del 1728 ad autorizzare i primi trasporti del Vino Champagne in bottiglia, favorendo così la nascita e lo sviluppo della distribuzione regionale che, grazie ad un acuto senso del commercio, assumerà una dimensione nazionale fino alle prime esportazioni. La preferenza accordata allo Champagne da parte di una lunga serie di monarchi, costituisce il folklore di un’industria che seppe trasformare le pubbliche relazioni in una forma d’arte.

Nel corso del XIX secolo, con la nascita dell’enologia, un certo numero di innovazioni tecniche intervengono a semplificare le operazioni di cantina: la gestione della presa di spuma attraverso il dosaggio di zucchero, il remuage, l’introduzione della capsula e la gabbietta, la sboccatura dei fondi tramite congelamento, le pupitres e molte altre. La domanda mondiale crescente spinge i distributori a divenire essi stessi Produttori vinificatori.

Nonostante la crisi del XX secolo tra epidemia della fillossera che colpì la viticoltura e le successive due guerre mondiali, la straordinaria resilienza dei vignaioli sarà il motore per risollevare le sorti di un territorio e del suo Vino Champagne, espressione di un prodotto leggendario che in tre secoli di storia, è diventato il simbolo per antonomasia dell’Arte di Vivere nella cultura mondiale. Il 4 luglio 2015 Coteaux, Maisons e Caves de Champagne diventano Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO.

LA NOSTRA STORIA

Champagne Chanoine Frères

La storia della Maison ha inizio sotto il regno di Luigi XV con Pierre Chanoine che nel 1730 fece realizzare le prime cantine per lo Champagne a Épernay. Fu uno dei primi ad assemblare i cru e le varie annate di Champagne e a promuovere l’esportazione dei suoi vini oltre confine.

Grazie all’editto reale del 25 marzo 1728, che consentiva la commercializzazione di vini Champagne in bottiglie anziché in botti, stabilì la sua prima sede ad Épernay, rue du Faubourg, dove stoccare le ceste di bottiglie prodotte dai vignerons locali. Chanoine Frères è la seconda più antica Maison di Champagne.

Visionari e dinamici, i fratelli Chanoine inviarono i vini di Champagne alle corti reali di tutta Europa per conquistare sempre di più l’aristocrazia dell’epoca e raggiungere fama e prestigio.
Nel XX Secolo il marchio Chianoine Frères Champagne, passa in mano a Canard-Duchêne, rivenduto nel 1991 a Bruno Paillard e Philippe Baijot. Quest’ultimo ha assunto la direzione di Chanoine Frères con l’ambizione di darle un ruolo di primo piano nel mondo dello Champagne sviluppando grandi progetti per accrescerne la visibilità e la reputazione.

Oggi Chanoine Frères Champagne 1730 appartiene a Boizel Chanoine Champagne i cui proprietari sono Paillard, Baijot e Boizel. Il gruppo BCC-Lanson è oggi secondo player mondiale di Champagne.
Nel 1996, la Maison Chanoine Frères crea «Tsarine» ovvero Regina, una nuova cuvée in omaggio alle relazioni storiche privilegiate della Maison con le teste coronate dell’epoca e, a loro volta, antesignane influencer dell’arte di vivere. Gli Champagne Tsarine sono cuvée di finissima qualità e rara eleganza, impreziosite dalla presentazione nell’iconica forma della bottiglia «torsadé», simbolo del movimento dei sontuosi abiti con crinoline indossati dalle Dame aristocratiche che hanno così tanto contribuito a diffondere questo prezioso nettare in tutta Europa.

LE VIGNE

A seconda delle annate, la vendemmia è ripartita su un periodo che va dalla fine di agosto all’inizio di ottobre. I tre vitigni della Champagne, Pinot Noir, Chardonnay e Meunier, vengono poi raccolti esclusivamente a mano e trasportati rapidamente alle presse con la massima cura.

L’approccio di Viticoltura Sostenibile in Champagne (VDC) è l’eredità di un lavoro collettivo iniziato più di 20 anni fa. Le questioni in gioco sono: controllare l’uso dei fattori produttivi con l’obiettivo di rispettare la salute e l’ambiente, preservare e valorizzare il terroir, la biodiversità e i paesaggi viticoli, gestire responsabilmente l’acqua, gli effluenti, i sottoprodotti e i rifiuti, ridurre la dipendenza energetica e l’impronta di carbonio della filiera.

Dal 2014 la Maison con i suoi conferitori, hanno ottenuto la certificazione Viticoltura Sostenibile In Champagne con un programma disciplinato in 125 articoli. Buona parte delle uve, destinate alle Cuvée Tzarina, Tsarine Blanc de Blancs e Millesimé, provengono da zone classificate Grand Cru; mentre Réserve Privée di Chanoine Frères viene elaborato con uve provenienti da Le Riceys, il più grande vigneto della Champagne, nella regione dell’Aube.

CHEF DE CAVE

ISABELLE TELLIER

«Abbiamo usato il Pinot Nero per costruire il nostro vino, il Meunier per completarlo con aromi fruttati e lo Chardonnay per conferirgli finezza ed eleganza. Questo è lo spirito della collezione Tsarine».

Dal 2001, la talentuosa Isabelle Tellier infonde alle cuvée Tsarine uno stile equilibrato, finezza ed eleganza. Prima di essere una professione, è una passione che Isabelle esercita quotidianamente. È stata fra le prime donne a ricevere l’incarico di Chef de Cave di una Maison.

La sua sfida: mantenere costante lo stile Tsarine per lasciare che il meglio di ogni vitigno esprima il proprio frutto.

Riconosciuta per la professionalità nel suo lavoro in Francia e all’estero con oltre 200 premi e riconoscimenti ricevuti, Isabelle Tellier appartiene a questi rari Chef de Cave che contribuiscono ad accrescere la reputazione dello champagne in Francia e nel mondo.