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CHAMPAGNE

PATRIMONIO UNESCO

Lo Champagne è un vino prodotto esclusivamente nella regione omonima della Francia, con un’area di produzione AOC che copre 34.300 ettari e 319 comuni chiamati «cru». La selezione dei vitigni, adatti al terroir, si concentra su tre varietà principali: Pinot Noir, Chardonnay e Meunier. La viticoltura in Champagne risale al III-IV secolo d.C., grazie alle comunità gallo-romane, e fu ripristinata dai monasteri dopo le invasioni barbariche. Durante le crociate, le confraternite religiose migliorarono la qualità del vino grazie allo studio della viticoltura. Nel XIII secolo la produzione di Champagne comincia a svilupparsi, con due principali zone di produzione già identificate: le «Montagnes de Saint-Thierry et de Reims» e la «Rivière de Marne». Il termine «vino di Champagne» viene documentato per la prima volta nel 1493, quando un cru della Rivière de Marne ottiene il riconoscimento di «appellation d’origine». Inizialmente, i vini sono principalmente rossi, grigi e fermi. Nel 1668 l’abate Dom Pierre Pérignon scopre il metodo della presa di spuma, introducendo la tecnica di assemblare uve di diverse origini prima della spremitura, creando le cuvée e correggendo i difetti nei vini. Tra il XVIII e XIX secolo, la scoperta che le bottiglie di vetro preservano meglio l’effervescenza rispetto alle botti favorisce la diffusione dello Champagne. Il decreto del 1728 consente il trasporto in bottiglia, favorendo le esportazioni. Nel XIX secolo avanzamenti tecnologici come il dosaggio di zucchero, il remuage e l’uso di pupitres semplificano la produzione. Nonostante le difficoltà del XX secolo, la resilienza dei vignaioli favorisce il recupero. Nel 2015 lo Champagne ottiene il riconoscimento di Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO, includendo i Coteaux, le Maisons e le Caves di Champagne.